that BOY is a MONSTER!, Neiphile // Henry Blaine

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arlette`
CAT_IMG Posted on 15/12/2011, 23:25     +1   -1




CITAZIONE




tutti quanti nascondiamo ferite che nessuno dovrebbe mai riaprire.

neiphile eileen fairchildinsane heart ≈ 15/12/11 ≈ monster () ≈ look ()

Erano passati solo tre giorni dall'accaduto in piscina e Neiphile non era più la stessa. Era peggiorata, in maniera a dir poco catastrofica. Era un'altra, si comportava peggio di come si fosse comportata negli ultimi anni della sua vita. Aveva anche ripreso a fare abuso di sé nelle maniere più inconcepibili - e cioè ferendosi volontariamente.
Era notte, il momento preferito della giornata per lei. Ed aveva deciso di restare sola nell'auditorium della Lennox House. Aveva indossato di nuovo i vestiti che aveva quel giorno nella piscina e si era diretta verso quello, con un paio di forbici in tasca ed uno spillo appuntato alla giacca. Aveva dei nuovi giocattoli.
Una volta giunta a destinazione si avvicinò al pianoforte logoro della stanza e si accomodò a quello. Prese le forbici dalla tasca e le posò sul mobile che una volta probabilmente era stato nero, lucido. Poi prese lo spillo e si punse tutte e cinque le dita delle mani e premetté note a caso, imbrattando quell'orrido mobile. Tanto non avrebbe fatto alcuna differenza. Avrebbe voluto avere il coraggio di prendere quelle forbici ed aprirsi le vene, morire dissanguata lì, come in una poesia noir. Ma non lo avrebbe fatto, non voleva. Morire senza prima aver raggiunto il suo scopo non era utile. Adesso ne aveva uno: uscire da lì ed uccidere suo padre. Poi, molto poeticamente come sempre, si sarebbe impiccata come sua madre, alla stessa trave, nello stesso punto e sarebbe finito, tutto lì.
Non sapeva suonare, nessuno ne faceva mistero, ma voleva continuare a premere note a caso, voleva disturbare il frastuono della sua mente, voleva che tutto finisse e nella sua mente regnasse solo una cosa... Il silenzio eterno.


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CAT_IMG Posted on 16/12/2011, 19:55     +1   -1
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take a bite of my heart tonight.

henry blaise tremblaydr jekyll & mr hyde ≈ 12/12/11 ≈ release() ≈ look ()

Si era ripromesso che l'avrebbe evitata a tutti i costi, per la sua e la propria sicurezza. Si era anche ripromesso che non avrebbe pensato a lei in qualsiasi caso, perfino anche solo ricordando quel giorno. Si era ripromesso di non fare, non dire, tante di quelle cose che ormai avrebbe dovuto semplicemente chiudersi in camera e perirci.
Erano tre giorni che pensava a come non pensare a lei e a ciò che era accaduto, ignorando deliberatamente il fatto che nel momento preciso in cui pensava a come liberarsi del pensiero di lei, ci stava effettivamente pensando! In quale circolo vizioso era caduto, povero Henry.
Si sentiva un perfetto idiota, uno nella parte di chi ci è caduto con tutte le scarpe, era arrabbiato e stava avendo una reazione allergica al mondo.
Quella notte si era ritrovato a vagare come uno zombie in giro per i corridoi, pregando quasi che qualcuno lo beccasse e lo sbattesse in isolamento.
Con le mani in tasca e la testa che ciondolava fissando sbadatamente i propri piedi che avanzavano da soli, si ritrovò a passare davanti all'auditorium. Lì ebbe il primo chiaro sintomo di ciò che lui definì pura pazzia: allucinazioni uditive. Pensò semplicemente che se nessuno era corso attirato da quelle note sgraziate, allora forse le sentiva solo lui.
Timorosamente aprì la porta per togliersi definitivamente il dubbio riguardo la propria sanità mentale, come se poi una personalità multipla fosse dettaglio di poco conto.
Fece sbucare la testa che curiosa si allungava e dimenava per cercare la fonte di quei rumori. Quando la trovò preferì non averlo proprio fatto.
«Ah, sei tu.» disse con una voce apatica che non gli apparteneva. Rimase inchiodato lì sulla porta, con la voglia di andarsene e la necissità di andarle incontro.
«Non dovresti fare tutto questo chiasso, non è prudente» continuò mentre una nota preoccupata e dolce si impossessava del suo tono. Ecco, l'aveva fatto di nuovo!

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arlette`
CAT_IMG Posted on 16/12/2011, 20:10     +1   -1







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neiphile eileen fairchildinsane heart ≈ 15/12/11 ≈ monster () ≈ look ()

I pensieri però non sembrarono cessare, nella sua mente. Anzi si moltiplicarono come conigli in un allevamento. Sbatté le mani contro i tasti facendosi più male. Poi le staccò dallo strumento e le guardò impiastriciate di sangue. Si era solo punta, ma non si era neanche presa la briga di aprire delle vere e proprie ferite, ma se non tamponate adeguatamente scolavano per qualche secondo, per poi chiudersi. Infatti i punti erano chiusi, tutti, solo le mani erano rimaste impiastriciate.
Nel attimo in cui contemplò qualcuno scostò la porta dell'auditorium e come se quel frastuono di note che si scontrava sui tasti lo avesse richiamato apparve Henry. Lo guardò sorpresa, scettica, come se fosse il protagonista di uno dei suoi sogni ricorrenti.
«Fatti gli affari tuoi, Henry e non mi scocciare», disse impettita per poi riprendere a fare rumore sui tasti del pianoforte. Non le importava, voleva essere trovata, voleva essere presa e messa in reclusione se questo l'avesse fatta stare meglio. Voleva che le facessero tutto il male possibile, per espiare una colpa che forse - molto probabilmente - non aveva. Aveva solo bisogno di essere aiutata, di essere salvata. Non dovevano fare molto con lei, era come una bambina piccola, ci voleva molta pazienza proprio come per i bambini. E forse Henry non ne aveva abbastanza per lottare contro di lei.


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CAT_IMG Posted on 16/12/2011, 21:30     +1   -1
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henry blaise tremblaydr jekyll & mr hyde ≈ 12/12/11 ≈ release() ≈ look ()

Probabilmente gli serviva un block notes. Sì, era decisamente una buona idea. Un block notes dove appuntare tutte quelle precise cose che si era rimproverato di non fare, tipo preoccuparsi per lei. Ma era passato troppo poco e lui ci teneva a lei in maniera spaventosa, era troppo poco arrabbiato per mandare a farsi benedire le ultime due settimane. Qualcuno avrebbe potuto dire che in fondo cosa avevano condiviso? Qualche brutto incidente, un paio di baci e troppe rivelazioni. Ad Henry sembravano abbastanza per sostenere che di lei le importasse, e molto anche.
Di certo non si aspettava saluti calorosi e salti di gioia. Beh, in verità sì visto che ormai ai suoi occhi era piuttosto incoerente. Almeno perseverare nella modalità "maltrattiamo Henry" aveva un briciolo di coerenza. In cuor suo, seppur sentirla reagire così lo ferisse in modo allucinante, Henry decise che non gliel'avrebbe data vinta. Si sarebbe dimostrato più forte di quanto in realtà non fosse.
«Va bene» disse tranquillamente con un'alzata incurante di spalle; il viso sereno e spensierato come sempre era probabilmente figlio dell'abitudine. Entrò nell'auditorium portandosi le mani dietro la schiena e camminando un po' come fanno i vecchi: ciondolava buffamente facendo passi troppo larghi e sgraziati.
Si guardava intorno con fare interessato mentre girava intorno a lei e al pianoforte.
«Mi ci voleva proprio un po' di buona musica!» commentò sarcastico e divertito; la differenza tra la caustica ironia di Blaise e il gioviale sarcasmo di Henry stava proprio in quella nota di semplice di ilarità che Blaise non avrebbe mai posseduto.

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CAT_IMG Posted on 16/12/2011, 21:59     +1   -1







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neiphile eileen fairchildinsane heart ≈ 15/12/11 ≈ monster () ≈ look ()

Perché non la lasciava in pace? Perché quel concetto gli sembrava così assurdo, nella sua mente? Cosa diamine voleva da lei? Forse quello che vuoi esattamente anche tu, mia cara Neiphile. La prese in giro la coscienza. No, lei non voleva amarlo, non sapeva farlo, non era stata programmata per farlo. Lei voleva solo una cosa e quella di certo non c'entrava niente con l'amore, era tutt'altro che una cosa bella infatti. Era sporca, malsana, infetta. Chissà se c'era un verme che le cresceva dentro e le divorava le budella, magari era arrivato al cuore e lo aveva inghiottito in un sol boccone! Visione grottesca ed alquanto d'orrore quella. Eppure Neiphile era un ottimo film dell'orrore. Terrorizzava e si terrorizzava. Era il miglior film che un regista inesperto avesse girato. E questo regista si stava chiedendo come avesse potuto farlo, come aveva potuto fregarli per l'ennesima volta.
Quando Henry commentò, ironicamente, Neiphile sbatté le mani con forza contro il pianoforte facendosi male, ma non lo disse di certo, né il suo volto si contrasse.
«Quale parte del 'non sei gradito, qua' non ti è chiara? Non voglio stare con te», disse, mentì. La frase sarebbe dovuta essere Non posso stare con te, perché la verità, l'unica, era quella. Temeva per lui, per lei. Era volubile, desiderava cose che non avrebbe dovuto avere da lui. Henry, così puro e buono, con un'altra metà che invece la attraeva come api al miele... Blaise. Aveva realizzato, da qualche giorno oramai, che forse era più attratta da quell'animale che da Henry. Ma era una bugia, una bugia bella e grossa! Ma Neiphile era testarda se si metteva in testa una cosa era raro che desistesse.
Le occhiaie le marchiavano il volto, i capelli erano arruffati e non perfettamente morbidi come sempre, le mani sporche. Guardò Henry con aria di sfida, lo stesso sguardo che solitamente riservava a Blaise. Voleva che se ne andasse, non poteva darle ciò che voleva. Fine della storia.


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CAT_IMG Posted on 18/12/2011, 22:21     +1   -1
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henry blaise tremblaydr jekyll & mr hyde ≈ 12/12/11 ≈ release() ≈ look ()

Aveva sempre avuto questa propensione a cacciarsi nei guai. In verità, a detta di Henry, lui non faceva nulla erano i guai che andavano a cercarlo e lo trovavano perfettamente. Come se avesse un enorme freccia illuminata sulla testa sin dalla nascita e non potesse farci nulla. Quindi, a rigor di logica, è normale che si stesse tuffando in quel guaio che era Neiphile. L'unica differenza era che se solo avesse voluto avrebbe potuto girare i tacchi e andarsene. Ma se si fosse soffermato a pensare che cosa volesse da lei allora si sarebbe trovato in difficoltà, come davanti ad un bivio. Poteva scegliere di tenersi l'amor proprio, il suo sentirsi ferito e qualcosa che si era inevitabilmente rotto, e quindi ignorarla e passare il restante dei propri giorni alla Lennox tentando di non rivederla più. Dall'altra parte lo aspettavano disperati tentativi di comprenderla che probabilmente sarebbero falliti tutti miseramente.
Il rumore prodotto dai tasti premuti a casaccio lo fece voltare di scatto.
«Beh, non c'è nessun cartello che mi vieti di stare qui con te. E poi, giusto per dire, dovrebbe infastidire me la tua presenza.» commentò lui distrattamente mentre si avvicinava alla coda del pianoforte. La fronte gli si corrugò perplessa e preoccupata notando le forbici su di esso.
«C-che devi farci c-con quelle?» chiese titubante con la voce un po' tremolante. Non gli trasmetteva proprio nulla di buono l'immagine di lei con un paio di forbici in mano, magari pronta ad avventarsi contro di lui. "Ma che pensiero sciocco" si disse tentando di non sopravvalutare la cosa. Eppure il timore restava.

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CAT_IMG Posted on 28/12/2011, 22:32     +1   -1







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neiphile eileen fairchildinsane heart ≈ 15/12/11 ≈ monster () ≈ look ()

Nephile, piccola e dolce Neiphile! In che guaio ti sei cacciata? Lo sai che non si gioca con il cibo.
La presenza di Henry la irritava a tal punto che avrebbe preferito spararsi piuttosto che condividere la stanza con lui. Ma... Perché? Gli voleva bene, anzi se fosse stata normale avrebbe anche ammesso di amarlo. Ma loro non erano normalità, in quel luogo non c'era nulla che potesse vagamente rifarsi alla normalità. Neanche per sbaglio. Persino i dolore, l'unica sensazione che a volte ricordava ai ragazzi appunto che erano vivi, veniva provata nella maniera corretta. Tutto era distorto, come in una favola dal carattere gotico e triste. Nulla era reale, ma tutto era lecito. Bloccati, per sempre in una dimensione di vita parallela.
Henry, comunque, imperterrito, si addentrò nella sala raggiungendo la coda del pianoforte secoli fa nero, adesso semplicemente ammaccato. Era un po' come loro quell'oggetto. Un rifiuto della società.
Fece una smorfia alle parole del ragazzo, poi alzò lo sguardo per capire a cosa si stesse riferendo. E notò che le iridi chiare - e bellissime - di Henry indicavano le forbici. Neiphile sorrise, cattiva forse. Se lui avesse avuto paura di lei, forse la avrebbe lasciata in pace. Per quanto la cosa potesse farle male, era anche l'unica soluzione.
Interruppe il suo suonare - sempre se era possibile definirlo tale - e prese le forbici in mano. Si alzò dallo sgabello del pianoforte e lo raggiunge, nell'angolo della coda.
«Queste?», chiese altamente retorica, rigirandosele tra le dita, sotto la luna, le mani macchiate di scuro - di certo non sembrava sangue. «Generalmente tagliano, però non ne sono sicura... Posso provarle su di te?», continuò per poi prenderle per il manico e tenendo le lame chiuse tra di loro, puntò l'affare su di Henry. Non gli avrebbe fatto del male, lo sapeva, ma doveva spaventarlo.
Si avvicinò lentamente a lui, con un solo intendo: pungerlo. Come una puntura, non lo avrebbe fatto male - continuava a ripetersi. E se non fosse riuscita a fermarsi? Andiamo, Neiphile non aveva la forza necessaria per uccidere qualcuno. O forse no?
Raggiunse Henry e sfiorò le mani, scoperte, con la punta della forbice. Adesso stava tutto a lei, se spingere o ritrarsi.


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