tutti quanti nascondiamo ferite che nessuno dovrebbe mai riaprire.
neiphile eileen fairchildinsane heart ≈ 12/12/11 ≈ the beauty and the tragedy (♪) ≈ look (√)
Il balbettio di Henry fu evidente, come un lampo a ciel sereno. L'argomento forse non era dei più delicati, ma Neiphile voleva continuare sebbene in quel momento le immagini nella sua mente iniziarono ad apparire più nitide del solito. La prima volta, l'ultima, tutto. Adesso c'era il mostro da combattere.
«Questo è il motivo per il quale ho cercato di ucciderlo», rivelò la ragazza, allungando una mano e prendendo quella di Henry, per stringerla. Era assurdo, no? Quel discorso l'aveva distolta dai suoi intenti - ed i suoi impulsi - iniziali. Adesso la situazione era capovolta. Lui che voleva, evidentemente, proteggerla non riusciva a formulare una frase di senso compiuto e lei che cercava di tranquillizzarlo, come per dirgli che poteva farcela.
«Ma non devo partire dalla fine di questa storia, devo percorrerla nel modo corretto e cioè dall'inizio», continuò la ragazza, sospirando. Era coraggiosa, aveva affrontato Blaise, perché affrontare invece la sua vita doveva risultarle così... Difficile?
«La prima volta che abusò di me avevo cinque anni, mia madre era morta da appena qualche settimana. Entrò in camera mia e si sedette sul mio letto... Sentii la sua presenza, aprii gli occhi e lo chiamai. Mi guardò come non mi aveva mai guardato prima... Poi... Le sue mani, su di me. Non mi fece male, non era doloroso, sembrava quasi naturale... Pensai che fosse un modo come un altro per coccolarmi, non potevo immaginare che quello che mi stava facendo era l'abominio più grande», raccontò distogliendo lo sguardo da lui, mentre gli occhi iniziarono a pungerle per le lacrime che volevano uscire, prepotenti. Tirò su con il naso, quando una di quelle fece la sua comparsa e le rigò il volto.
«Quando capii che quello che mi faceva non era una cosa bella, era troppo tardi. Abusava di me giornalmente, non c'era giorno in cui non mi sfiorasse, non cercasse piacere in me... Si risposò, le cose non cambiarono, peggiorarono. Penso che tu i dettagli non voglia saperli», continuò passandosi una mano sulla guancia cancellando quel segno di umanità che c'era in lei, adesso. «Devo farlo, adesso. Ho bisogno di vendermi perché mi ha negato tutto quel uomo! Tutto! Ero solo un oggetto e non ho smesso di esserlo, sono diventata l'oggetto di tutti. Non riesco a trattenermi, diventa difficile, giorno dopo giorno... Voglio che muoia tra le più atroci sofferenze, voglio che la sua vita venga interrotta nello stesso modo brutale in cui è stata interrotta la mia con il suicidio di mia madre ed i suoi abusi. La vedo ancora, sai? Tutte le sere, prima di addormentarmi. Il corpo senza vita di mia madre penzolare dal soffitto», concluse quel racconto che seppur breve era la sua vita, l'esistenza tormentata che si ritrovava. E le pulsioni nei confronti di Henry si erano del tutto eclissate adesso, non sentiva più alcun bisogno o desiderio, adesso aveva solo sete di vendetta e voleva di nuovo uccidere suo padre, strappargli via il respiro dai polmoni come aveva cercato di fare quella notte di tante lune fa.
I want to exorcise the demons from your past.
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